Fare fotografia è un dono

Tempo, spazio e passione
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ULTIMO AGGIORNAMENTO
15 Aprile 2024

Fare fotografia è un dono.

Attenzione, non sono così presuntuoso, non parlo del talento di chi fotografa, ma della possibilità unica di mettersi dietro un obiettivo.

Intendo dire che siamo dei privilegiati.

Quando guardiamo nell’obiettivo forniamo un nostra personale versione della realtà.

Spero che non me ne vogliate, ma nella fotografia, come nel videomaking, l’oggettività è tanto impraticabile quanto probabilmente inutile.
Se ne parla da sempre, nei più disparati ambiti, ma è inutile negarlo, la fotografia è emozione, quindi soggettiva per sua intrinseca natura.

Per quanto parlare di oggettività risulti quindi necessariamente sterile, in un mondo in cui la fotografia digitale è alla portata di tutti, potremmo trovarci a parlare forse di fotografia “piatta”.
Cellulari e smartphone sono nelle tasche di chiunque e la fotografia, nella sua accezione di strumento per catturare un momento, è diventato irrinunciabile.

Ma il cellulare corregge, sceglie e decide; non sempre per il meglio, ma sempre al tuo posto…
E prima che tu te ne renda conto, ti soffia quel privilegio, quel dono che è il tuo posto dietro l’obiettivo.

Certo, anche per noi di Idee di Marca c’è stata la rivoluzione digitale.
Ma questo non ci ha appiattito, al contrario ci ha dato la possibilità di sfogare e sperimentare senza la paura di sprecare un rullino proponendoci un confronto con la cruda realtà di un risultato praticamente in tempo reale.
D’altronde sapere di poter sbagliare senza rischi spinge a tentare e tentare, ancora e ancora.

Il Food Photography è poi una questione a sé stante.
In questo campo così affascinante e allo stesso tempo complesso le due variabili di luce ed ombra possono essere rilette come “tempo e spazio”.

Il tempo è da sempre parte della fotografia, nella sua accezione di “esposizione”, ma nel Food Photography si ha anche a che fare con materia che cambia rapidamente: colore e materia assorbono luci e creano ombre in modo diverso con il passare dei minuti.
Si deve sapere con cosa si avrà a che fare ancora prima di realizzare la dress del piatto, consci del fatto che ogni soggetto non è mai uguale a se stesso (provate a mettere due uova nello stesso piatto e vedrete che non reagiscono alla luce allo stesso modo).

Quindi luce ed ombra possono essere tempo… ma lo spazio?
Sembra strano parlare di spazio in una foto che è per sua natura bidimensionale.

Non lo è…
Credo che parte del privilegio di cui siamo investiti noi fotografi sia quello di riuscire a catturare “lo spazio tra le cose”.

Per questo le ombre possono essere rilette come segno che la luce lascia nello spazio
La profondità di un immagine è il veicolo più potente dell’emozione che porta con sé.
Se ben fatta, la foto bonariamente ti inganna inducendoti ad allungare la mano… per cercare una terza dimensione che non c’è.

Ecco gli ingredienti che manipoliamo noi privilegiati:
tempo e spazio, che sono luce ed ombra.

D’altronde la luce e l’ombra sono parte della natura umana…
solo che noi fotografi di questa dualità
abbiamo fatto una passione… e poi un mestiere.

Umberto Capriotti

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